mercoledì 2 marzo 2011

La Libera Interpretazione biblica

 

Il principio della libera interpretazione che sta alla base del protestantesimo, ha prodotto gravi danni. “Inutilmente le vittime anabattiste di Zwingli gli gridavano, negli spasimi dell’agonia, che non avevano fatto altro che trarre tutte le conseguenze logiche dai principi che egli stesso aveva affermato contro il cattolicesimo. Anabattisti cioè , che non praticavano il battesimo dei bambini, a differenza dei luterani, ne furono uccisi a migliaia da Zwingli. E’ la contraddizione radicale e insanabile del protestantesimo (anche se oggi pare non sia educato il ricordarlo): da una parte la predicazione del <<libero esame della Scrittura>>; dall’altra, davanti alle inevitabili conseguenze di anarchia, il riconsegnare la , perché ne faccia una nuova dogmatica, a una severamente organizzata e spalleggiata dal potere laico, che le funge da braccio secolare e imprigiona, squarta, brucia sul rogo. Prima, la rivolta contro <<l’oppressione romana>> e, poi, l’oppressione contro ogni altro modo di intendere .

Così, la ragione non riesce a capire con quale diritto Lutero tuonasse dalla sua Germania contro ciò che, sulla spinta da lui stesso data, avveniva in Svizzera. <<Lutero vedeva la sua dottrina minacciata dalle peggiori deviazioni. Molte frasi sfuggite dalla sua penna e dalle sue labbra ci dicono ciò che ne provava: un misto di disperazione e di furore. “E’ meglio annunciare la dannazione che la salvezza secondo Zwingli ed Ecolampadio”. Gli altri riformatori gli sembravano dei pazzi, degli arrabbiati, degli schiavi di Satana, più nemici del Cristo che lo stesso papa. Quando apprese la fine di Zwingli sul campo di battaglia disse, a mò di orazione funebre: “Ha avuto la morte di un assassino”. E quando Ecolampadio (il teologo e il predicatore che affiancava Zwingli) ebbe seguito nella tomba il riformatore di Zurigo, il monaco di Wittenberg ne concluse: “Sono i colpi del diavolo che lo hanno ucciso…”. E Calvino più sottile politico, scriverà: “E’ molto importante che non trapeli ai secoli futuri alcun sospetto delle divisioni che sono tra noi. E’ infatti sommamente ridicolo che, dopo aver rotto con tutti, noi andiamo così poco d’accordo tra noi fin dall’inizio della nostra riforma” (Henri Daniel Rops).

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